Sotto la lente di s-peek: Salvatore Ferragamo
L’ultimo celebre caso è stato quello di Sergio Marchionne: lo scorso luglio la notizia del decesso aveva causato un prevedibile crollo delle azioni FCA.
Ora la storia si ripete, ma con un effetto del tutto opposto; la notizia della scomparsa di Wanda Minelli, alias la signora Ferragamo, ha portato a un rialzo del titolo del +7,44% che ha registrato la migliore performance della giornata al FTSEMib.
A onor del vero gli ultimi sono stati mesi piuttosto movimentati per l’azienda.
Ad aprile Ferruccio Ferragamo, patron dell’azienda dal 2006, aveva dichiarato che l’azienda non era in vendita, salvo poi cedere a giugno attraverso un’ operazione di accelerated bookbuilding (ovvero la cessione di quote rilevanti a investitori istituzionali, tra cui ad esempio banche e fondi di investimento) 5,9 milioni di azioni della Ferragamo Finanziaria, la holding di famiglia azionista di maggioranza dell’azienda (per 54,3%, mentre il 5,99% è in mano alla Majestic Honour Limited ed il restante 10,7% è suddiviso in quote individuali di proprietà dei membri della famiglia).
La notizia non è però stata accolta favorevolmente dal mercato; il giorno stesso dell’annuncio il titolo aveva perso in borsa quasi l’8,5% ed era andato progressivamente calando per tutto il mese successivo.
Perché quindi adesso c’è così fermento attorno ad un’azienda che nell’ultimo anno ha avuto diverse difficoltà?
La risposta è semplice: nonostante le affermazioni del presidente del gruppo che ribadiscono l’intenzione della famiglia di mantenere il controllo dell’azienda, sono tornate a farsi insistenti le ipotesi di vendita, rafforzate anche dalla decisione di Micaela Le Divelec di abbandonare da novembre la posizione di direttore generale per dedicarsi unicamente a quella di CEO che già detiene.
Tra i più interessati ad un possibile acquisto ci sarebbe Michael Kors, che dopo il recente acquisto della maison Versace, potrebbe allargare ulteriormente il suo raggio di azione.
Non bisogna infatti dimenticare che, nonostante la lieve flessione, la Salvatore Ferragamo è un’azienda con una storia di successo, che risulta particolarmente attrattiva per più di un investitore.
MORE Score
Siamo andati a controllare su s-peek la situazione economico finanziaria dell'azienda; grazie all'ottimo credit score ottenuto, A, la Salvatore Ferragamo S.p.A. si colloca al di sopra della media settoriale e dimostra di essere un'azienda in piena salute.
Dal confronto con i bilanci degli anni precedenti si nota effettivamente un calo del fatturato, che nel 2017 si attesta comunque su 1.40 miliardi di euro. Una cifra notevole, che ben spiega anche l’alto fido commerciale consigliato, calcolato su un valore di 10 milioni di euro. Inoltre, l’assenza di negatività attesta la solidità e l’affidabilità dell’azienda.
Il bilancio del 2017 evidenzia una leggera diminuzione delle vendite (si passa da 1.42 miliardi a 1.39 miliardi), a fronte di in aumento i costi di produzione, con un conseguente calo del MOL (247 milioni) e del MON (186 milioni). Ciò ha portato, nonostante un contestuale calo anche degli investimenti (il totale attivo è passato infatti da 1.19 miliardi a 1.18), ad una flessione del ROI con un conseguente abbassamento dello score dell’indice di redditività, passato da A a BBB. Rimangono invece stabili gli score relativi agli indici di solvibilità e liquidità, che ottengono rispettivamente AAA (la classe di score più alta) e BBB.
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