Sotto la lente di s-peek: Astoria Wines
Astoria Wines, l'eccellenza di un'azienda.

In poche ore il nome di questa azienda è salito agli onori della cronaca per la sua dichiarazione potente e coraggiosa contro il razzismo. Una dichiarazione uscita sotto forma di advertisement sul Corriere della Sera, un’intera pagina su cui campeggia la bandiera italiana e il viso di una bella modella a richiamo della vicenda di Daisy Osakue, l’atleta italiana ferita ad un occhio in seguito al lancio di uova da parte di sconosciuti.
Ma chi è, cosa produce e soprattutto come si colloca nel suo settore Astoria Wines?
L’azienda vitivinicola ha sede nel trevigiano, nel cuore delle colline fra Conegliano e Valdobbiadene, ed è stata fondata nel 1985 dai fratelli Polegato. È a loro, e in particolare a Paolo, padre adottivo di due ragazzi afrocubani, che l’azienda deve la sua anima multietnica e multiculturale. Non si può certamente dire infatti che l’azienda abbia sfruttato una vicenda di cronaca per un po’ di pubblicità; se non bastasse la storia familiare, basti pensare che già nel 2015 l’azienda aveva prodotto “No excuse”, un Cabernet contraddistinto da un’etichetta esplicita recante la più famosa delle citazioni di Martin Luther King, “I have a dream”.
Ma il prodotto di punta è certamente il prosecco, un vino apprezzato in Italia e ancora di più all’estero, come dimostrano i dati sulle esportazioni, che nel 2017 hanno avuto un incremento del 15% arrivando a rappresentare più del 30% del fatturato. L’azienda, che dà lavoro a 50 dipendenti, è d’altronde in costante crescita; nell’ultimo anno Astoria Wines ha infatti superato i 50 milioni di fatturato, e già nel 2016 era arrivata a toccare la soglia dei 45 milioni che le erano valsi a portare la propria classe di score da A ad AA.
Dal confronto settoriale l’azienda si colloca fra i maggiori player del mercato, con una redditività decisamente superiore rispetto alla media e valori di liquidità e solvibilità assolutamente in linea con il settore di appartenenza.

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