Rischi climatici e ambientali: quali sono gli effetti di una transizione sostenibile?
La normativa di Banca d’Italia sui rischi climatici e ambientali: focus su rischio fisico e di transizione
ESG: oramai questa tematica costituisce un punto di riferimento per la nuova normativa, che delinea un approccio rivolto alla sostenibilità delle imprese. Le tematiche ESG sono infatti il fulcro di una transizione che ormai sta diventando inevitabile e imprescindibile. Per quanto riguarda le imprese, piccole e medie, nel tema della sostenibilità, si tratta di uno scontro impari oppure di necessità condivise?
Rating ESG: perché le imprese dovrebbero dotarsene
Partiamo da un presupposto: affiancare alle valutazioni del merito creditizio di un’impresa un rating di sostenibilità è una scelta non solo etica, ma anche di profitto. Un’impresa che decide di farsi valutare anche dal punto di vista della sostenibilità può diventare maggiormente appetibile agli occhi delle istituzioni finanziarie e avere un maggiore vantaggio competitivo.
È necessario, però, che l’analista finanziario sia in grado di rilevare rischi e opportunità derivanti dalla transizione sostenibile, e che il rating ESG riveli se l’azienda sia in grado di affrontare eventuali rischi legati alle emergenze ambientali, o se sia facilitata in termini di rispetto delle normative sulla condotta sociale e di governance.
A questo proposito, vogliamo approfondire la normativa vigente che regola l’integrazione dei rischi climatici e ambientali all’interno della propria strategia aziendale.
La nuova normativa di Banca d’Italia sui rischi climatici e ambientali
Banca d’Italia ha pubblicato nell’aprile 2022 il documento “Aspettative di vigilanza”, sulla base di quanto già proposto dalla Commissione Europea e dalla BCE per quanto riguarda il coinvolgimento del sistema finanziario nel programma di sviluppo sostenibile promosso dall’UE.
Tale prospettiva si basa su tre obiettivi principali, che riguardano l’orientamento dei flussi di capitale verso gli investimenti sostenibili, l’integrazione dei criteri di sostenibilità nel risk management, e la promozione della trasparenza.
In particolare, la normativa proposta da Banca d’Italia propone l’integrazione dei rischi connessi al processo di sviluppo sostenibile all’interno del risk management, della strategia aziendale, dei sistemi di controllo e di governance e nella disclosure, e si rivolge alle cosiddette less significant banks e alle grandi imprese.
Questo prospetto è utile per comprendere quali possano essere gli effetti negativi del cambiamento climatico, del degrado degli ecosistemi e la perdita di biodiversità sulle performance economiche e aziendali.
In particolare, il focus principale riguarda due tipologie di rischio definite all’interno del documento di Banca d’Italia: il rischio fisico e il rischio di transizione.
Per rischio fisico si intende l’impatto economico che l’aumento delle calamità naturali – che possono rivelarsi “estreme” o “croniche” – può avere su un’impresa e sugli stakeholders coinvolti.
Per rischio di transizione si intende, invece, l’impatto economico che può avere sull’impresa l’attività svolta in termini di sostenibilità, al fine di ridurre le emissioni di Co2 per favorire l’utilizzo di energie rinnovabili.
Il materiale proposto chiarisce anche il ruolo delle Agenzie di Rating, in quanto le valutazioni di sostenibilità proposte devono tenere in considerazione il contesto in cui la società opera come una variabile dei rischi connessi alla transizione sostenibile in atto. In generale, le Agenzie di Rating , sulla base di quanto proposto da Banca d’Italia nel documento “Aspettative di vigilanza”, devono dunque essere in grado di fornire una valutazione che riguardi anche i rischi connessi alle tematiche di sostenibilità, siano essi rischi derivanti dalle emergenze ambientali quali il degrado degli ecosistemi, la perdita di biodiversità e l’aumento delle calamità naturali, oppure le problematiche economiche derivanti dal processo di transizione verso attività maggiormente sostenibili, integrate all’interno della strategia aziendale e della governance.
Le necessità del mercato sono sempre più stringenti ed esigenti sui criteri E, S e G, e ciò che conta maggiormente è correre ai ripari dotandosi di strumenti che siano in grado di stabilire il livello di consapevolezza di un’impresa e la loro capacità di far fronte alle problematiche connesse ai rischi climatici e ambientali.
In qualità di Agenzia di Rating, modefinance sta producendo una modellistica avanzata che permetta di affiancare ai rating tradizionali anche i rating di sostenibilità, e di stabilire l’impatto delle operazioni di trasformazione sostenibile attuate dalle imprese, proprio per far fronte alle normative che probabilmente, molto presto, diventeranno obbligatorie sia per quanto riguarda le imprese, sia per quanto riguarda le istituzioni finanziarie.
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