Impresa o libero professionista? Come distinguere le partite IVA

Come distinguere le imprese in base alla forma giuridica

Tutto comincia da una partita IVA.

Questo codice di 11 cifre identifica tutti gli operatori economici in Italia ed è necessario per avviare un’attività commerciale. 

Il mondo delle partite IVA si divide tra liberi professionisti e imprese, che a loro volta possono assumere ordinamenti diversissimi tra loro. 

Cosa le distingue l’una dall’altra?

Con l’aiuto di Fabio Politelli, dottore commercialista e responsabile del rating Team di modefinance, vediamo quali sono le principali tipologie di imprese, i vantaggi e svantaggi di ciascuna forma giuridica, e come distinguerle tra loro.

Schema delle partite IVA, suddivise tra imprese e professionisti

Che cos’è un’impresa

Partiamo innanzitutto da una definizione. Che cos’è un’impresa?

In base al Codice Civile, l’impresa è un’attività economica organizzata finalizzata produzione o scambio di beni o servizi. 

“In altre parole, non può essere considerata impresa nessuna attività che derivi dal mero godimento di beni o servizi e che non sia caratterizzata dall’assunzione di rischi e dalla ricerca di opportunità di mercato. Il fine dell’impresa è preservare la continuità della stessa e la crescita nel tempo”.

Le differenti tipologie di imprese

Le imprese si distinguono tra loro per forma giuridica, ovvero il modello organizzativo che ne determina anche gli obblighi fiscali e legali.
In Italia tutti i tipi di società possono essere ricomprese in 3 grandi categorie:

  • le ditte individuali
  • le società di persone
  • le società di capitali

Le ditte individuali

Un’impresa opera nella forma di ditta individuale o impresa individuale se l’attività è svolta da un unico soggetto titolare dell’impresa. Ciò non significa che il titolare non possa avvalersi di collaboratori nella figura di dipendenti o familiari.

In base al settore in cui operano, definito dal codice ateco, le imprese individuali si distinguono in:

  • imprese artigiane
  • imprese commerciali
  • imprese agricole
Può capitare in molti casi di avere attività ibride. In questo caso, bisognerà vedere che aspetto prevale. Ad esempio, una pasticceria potrà rientrare tra le imprese artigiane nel caso in cui possieda un laboratorio nel quale produce autonomamente i propri dolci. Nel caso in cui invece operi come rivenditore, rientrerà tra le imprese commerciali.

Tra le ditte individuali rientrano anche le imprese familiari e coniugali. In questo caso il titolare potrà condividere l’attività con il coniuge o i figli, i quali potranno partecipare all’attività lavorativa e beneficiare dei frutti del lavoro familiare.

Vantaggi e svantaggi delle ditte individuali

Le ditte individuali godono di molti vantaggi: sono facili da aprire e non è richiesto un capitale sociale minimo, possono usufruire del regime di contabilità semplificata e non sono tenute a depositare i bilanci.

Di contro, presentano anche alcuni svantaggi: il titolare ha responsabilità illimitata e risponde cioè anche con il proprio patrimonio personale in caso di insolvenza dell’impresa; per questo hanno una minore affidabilità creditizia e hanno più difficoltà ad accedere ai finanziamenti, che sono spesso soggetti al rilascio di garanzie personali e hanno costi più elevati.

Impresa individuale o libero professionista?

Il mondo delle partite IVA si divide tra imprese e liberi professionisti ma non è sempre facile distinguerli. 

"Ad esempio, può apparire semplice comprendere che un avvocato sia un libero professionista ma, un fotografo come può essere configurato? È un imprenditore o un libero professionista?"

La differenza principale è che l'impresa lavora con un’attività economica organizzata, mentre il libero professionista svolge un’attività prevalentemente intellettuale che dipende in maniera inscindibile dall’operato del professionista stesso.

I liberi professionisti, a loro volta, possono essere:

  • appartenenti a un Ordine: come notai, avvocati, commercialisti, ingegneri, giornalisti, le cui professioni sono regolamentate e tutelate;
  • senza Ordine: come influencer, pubblicisti, consulenti, guide turistiche e tutte le professioni prive di un Ordine riconosciuto.

Nel caso dell’avvocato prevale l’attività intellettuale e pertanto parleremo di libero professionista. Ma nel caso del fotografo non esiste una distinzione netta, può operare sia come libero professionista che impresa individuale.

I liberi professionisti possono dare vita a forma associative. In questo caso parleremo di impresa?

Differenza tra imprese e associazioni professionali

Più professionisti che si organizzano in un'associazione danno vita a uno studio associato. Gli studi associati non sono imprese in quanto sono privi di una personalità giuridica e il reddito prodotto è classificato come reddito da lavoro autonomo. Per questo non sono tenuti al deposito del bilancio, ma solo alla redazione della dichiarazione dei redditi annuale.

Esiste tuttavia la possibilità per i professionisti di dare vita anche a un particolare tipo di società, la S.t.p. Le Società tra Professionisti sono società a responsabilità limitata formate da professionisti, ma dove prevale l’elemento d’impresa. In tal caso, l’impresa seguirà le norme giuridiche delle società di capitali.

Distinguere velocemente un’impresa da un libero professionista

Trucchetto: come distinguere velocemente se si tratta di un’impresa individuale, un libero professionista o uno studio associato?

Puoi inserire la partita IVA nel campo di ricerca di s-peek. Su s-peek sono infatti presenti i report di tutte le società registrate presso il Registro Imprese. L’ obbligo di iscrizione al Registro delle Imprese non ricade sui liberi professionisti e sugli studi associati, per cui se una società è presente su s-peek sarà un’impresa individuale.
Così facendo potrai inoltre verificare anche il suo stato di salute. La metodologia MORE, alla base delle valutazioni emesse da s-peek, consente infatti di ottenere una valutazione dell’affidabilità delle imprese che non depositano bilanci (ne abbiamo parlato qui).

Le società di persone

Se l’impresa è costituita da due o più persone, allora si parla di società. Le società si distinguono in società di persone e società di capitali in base alle responsabilità che i soci assumono. Nel caso delle società di persone, i soci hanno responsabilità illimitata e rispondono anche con il proprio patrimonio di eventuali debiti della società.

Le società di persone possono a loro volta distinguersi in:

  • società semplici (S.s.)
  • società in accomandita semplice (S.a.s)
  • società in nome collettivo (S.n.c)

Le società semplici (S.s)

Le società semplici sono un tipo di società ormai in disuso e sono principalmente usate per le attività agricole, in quanto possono essere utilizzate principalmente per attività economiche non commerciali.

Le società in accomandita semplice (S.a.s)

Le società in accomandita semplice sono costituite da un socio accomandante e un socio accomandatario. Il socio accomandante è socio di capitale, in quanto contribuisce, anche con un versamento minimo, al capitale sociale dell’impresa, ma non risponde dei debiti se non nella misura della sua quota di partecipazione e non amministra l’impresa. Il socio accomandatario invece amministra e assume su di sé la responsabilità illimitata dell’impresa. Gli utili dell’impresa sono ripartiti in base alle quote di partecipazione al capitale sociale.

Le società in nome collettivo (S.n.c)

Nelle società in nome collettivo tutti i soci amministrano e rispondono dei debiti dell’impresa anche con il proprio patrimonio personale. Gli utili sono ripartiti in parti uguali o in proporzione alle quote di capitale versate.

Vantaggi e svantaggi delle società di persone

Le società di persone hanno vantaggi e svantaggi simili alle ditte individuali: non è richiesto un capitale sociale minimo, non devono dotarsi di un collegio sindacale, non sono tenute al deposito dei bilanci e hanno costi di gestione e amministrazione più contenuti. Di contro sono penalizzate nei rapporti con gli istituti di credito. Inoltre il reddito prodotto viene attribuito ai soci e tassato di conseguenza, anche se non effettivamente percepito.

“La società di persone è adatta ad attività con un volume d’affari contenuto che prevedono un ricorso limitato a finanziamenti esterni. Nel momento in cui il volume di affari cresce ed è necessario fare degli investimenti, la società di capitali offre maggiori opportunità ai soci.”

Le società di capitali

Le società di capitali sono la forma di società più complessa e onerosa ma che offre più tutele ai soci. Hanno infatti una propria personalità giuridica, ovvero sono distinte giuridicamente dalle figure dei soci che la compongono, i quali non sono tenuti a rispondere con il proprio patrimonio di eventuali insolvenze. Tuttavia, hanno costi e obblighi amministrativi maggiori, che variano a seconda della tipologia.

Le principali forme di società di capitali sono:

  • società a responsabilità limitata (S.r.l)
  • società per azioni (S.p.a)
  • cooperative (Soc.Coop)
  • società consortili (S.c.)

Le società a responsabilità limitata (S.r.l)

Le S.r.l. sono la forma di società di capitale più semplice e per questo la più comune.

“Talvolta è difficile distinguerle da una società di persone poiché non di rado hanno una compagine sociale familiare e volumi di affari ridotti. Tuttavia, al contrario di quest’ultime, sono tenute al deposito dei bilanci”.

Le S.r.l. non possono quotarsi e non possono emettere titoli di debito sui mercati regolamentati. Possono tuttavia accedere a forme di finanziamento alternative come il crowdfunding o l’emissione di minibond, opzioni precluse alle società di persone.

Nel 2012 è stata introdotta la società a responsabilità limitata semplificata (S.r.l.s.) che ha il vantaggio di avere costi di apertura molto contenuti e può essere fondata con un capitale sociale di 1€. Sono tuttavia una forma di società poco flessibile con uno statuto non modificabile, per cui al crescere del volume di affari è consigliabile convertire la società in una srl tradizionale.

Le società per azioni (S.p.a.)

Le società per azioni sono la forma societaria soggetta ai maggiori adempimenti burocratici e amministrativi. Sono però anche la forma giuridica che è in grado di attrarre i maggiori investimenti, sia per la possibilità degli azionisti di partecipare alla divisione degli utili, sia per la maggior solidità economico-patrimoniale.

“S.p.a. non si nasce, si diventa. Sono rarissime le società neocostituite che adottano questa forma giuridica. Il passaggio a S.p.a. richiede infatti un capitale sociale di almeno 50mila euro e l’istituzione di un organo di controllo. Proprio tali vincoli sono però ciò che le rende più solide e che fa sì che abbiano una maggiore affidabilità creditizia”.

Il passaggio da S.r.l. a S.p.a. richiede la trasformazione delle quote del capitale sociale in azioni trasferibili, che possono:

  • essere vendute sui mercati regolamentati: in questo caso parleremo di società quotate
  • essere vendute tramite accordi privati tra i soci: in questo caso avremo una società per azioni non quotata

I vantaggi che derivano dalla quotazione consistono principalmente nell’allargamento della compagine sociale anche a investitori qualificati, nella più ampia visibilità della società e nella maggiore liquidità delle azioni.

Le cooperative (Soc.Coop)

Spesso ritenute una tipologia di società a sé stante, le coopertive sono invece a tutti gli effetti delle società di capitale. “Per la precisione, sono società a capitale variabile, in quanto consentono il libero ingresso e la libera uscita dei soci”. Cambia tuttavia lo scopo d’impresa, che non è di lucro ma mutualistico. In altre parole, il fine delle cooperative è la tutela dei soci cooperatori, non l’utile della società.

Ogni socio è tenuto al versamento di una quota minima e può partecipare all’elezione degli amministratori. L’utile, che gode di una tassazione estremamente agevolata, dev’essere destinato a fondi mutualistici e non è consentita l’acquisizione di più quote.

Le società consortili (S.c.)

Come le cooperative, le società consortili sono costituite da più imprese che si associano per fini mutualistici. Eventuali utili devono essere accantonati nel fondo e non possono in alcun modo essere distribuiti tra le imprese consorziate. Il consorzio opera infatti come unico canale di acquisto, rivendendo materiali e materie prime agli stessi consorziati a prezzi calmierati.

“Per questo motivo le società consortili soffrono di scarsa redditività e hanno una situazione economico-patrimoniale che consente solo in misura molto limitata la contrazione di debiti. Non a caso, anche i soci possono essere tenuti a rispondere solidamente con il fondo di eventuali inadempienze, ma solo nel caso di obbligazioni assunte dal consorzio per conto dei singoli consorziati”.

Conclusioni

Il codice di partita IVA è l’unico elemento che hanno in comune tipologie di attività diversissime tra loro. Conoscere la differenza tra le diverse forme giuridiche è utile non solo per chi desidera aprire una propria attività, ma anche per orientarsi nel mercato e sapere che cosa aspettarsi dalle relazioni commerciali che stringiamo. 

Ciascuno di noi è inserito in una rete commerciale che offre moltissime opportunità; dopotutto può bastare semplice tessera socio al supermercato per diventare amministratore di una società.

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