Bilanci 2020: l'effetto del Covid-19 sulle PMI
Tempo di bilanci: quanto hanno subìto le PMI italiane gli effetti della pandemia?
Le imprese italiane hanno retto il colpo inferto dalla pandemia.
Lo dicono i bilanci: da un'analisi preliminare effettuata da s-peek su un campione di 50.000 imprese italiane*, il 49% ha mantenuto stabile la propria classe di merito creditizio nonostante la limitazione delle attività causata dalla pandemia.

Certo, la flessione c’è stata - come era inevitabile - ma non nelle tinte fosche inizialmente previste. Del campione di aziende analizzate, “solo” il 28% ha visto un calo del proprio credit score di una o più classi, contro l'82% inizialmente previsto. Il 17% delle imprese ha addirittura visto un upgrade della classe di merito creditizio, anche qui superando ampiamente le aspettative dell’1,3%.
Il risultato è ben visibile nella distribuzione delle aziende per classe di MORE Score: non c’è stato il temuto downgrade massivo verso la CCC e lo spopolamento delle prime due classi, ma si è assistito a un calo delle aziende nella fascia intermedia (BB e B) a favore delle fasce laterali. Rispetto al 2019, la distribuzione delle aziende risulta maggiormente polarizzata, con un leggero aumento sia delle imprese nella fascia di rischio più elevata (da CCC a D), che delle imprese sane ( dalla BBB a salire).

Imprese in default: bene nel 2020, ma in crescita nel 2021
Un discorso a parte va fatto per l’ultima classe di merito creditizio (D), che contraddistingue le imprese in default. Sin dall'inizio della crisi, si è diffuso il timore che essa avrebbe determinato un'ondata di fallimenti, timore che ha portato all'adozione di un vasto insieme di misure e interventi di sostegno alle imprese volte a «congelare» i fallimenti. Grazie anche al rallentamento delle attività dei tribunali, nel 2020 il numero di fallimenti si è ridotto di circa un terzo rispetto al 2019, dato che si riflette sul calo della percentuale di aziende classificate in default.Tuttavia, con lo scadere di gran parte delle misure di sostegno, nel 2021 le procedure di fallimento sono tornate a crescere, soprattutto tra le attività di commercio all’ingrosso e al dettaglio, sebbene complessivamente a livelli inferiori rispetto al 2019.
Segnali incoraggianti: il rimbalzo del 4,7% del PIL
Segnali incoraggianti provengono dai dati ISTAT, che per l’anno in corso ha confermato una crescita già acquisita del 4,7%, la più alta dal 1995. Si tratta del tanto atteso rimbalzo dopo la contrazione del 8,9% (tra le più ampie tra quelle rilevati nei paesi OCSE), ma in linea con le stime di inizio anno del governo. Si prevede che entro la fine dell'anno la crescita del PIL raggiungerà il 5,9%, per poi riassestarsi su un 4,1% nel 2022. Il ritorno a livelli pre-covid è previsto entro la fine del primo semestre del prossimo anno.
per imparare a valutare
finanziariamente partner,
competitor e clienti