B Corp: la sostenibilità ambientale e sociale rende?

Le B Corp aderiscono ai piani di sostenibilità. Ma con quali conseguenze sul piano finanziario?

Oggi siamo testimoni di un complessivo impegno da parte dei governi, delle aziende e degli individui, a rendere le nostre attività più sostenibili per migliorare la qualità di vita delle persone e le condizioni climatiche sul nostro pianeta.

Tra le varie altre iniziative, oggi parliamo di una particolarmente interessante: la B Corp. La B Corporation è una certificazione, diffusa in 78 Paesi e 155 settori diversi, rilasciata da B Lab, ente no profit statunitense. L’obiettivo principale di questo movimento è fare sì che le imprese si pongano e raggiungano obbiettivi ambientali, sociali, di responsabilità e di trasparenza oltre che meramente economici. Per ottenere la certificazione, le aziende devono raggiungere un punteggio minimo di 80 punti su 200 in un questionario di analisi delle proprie performance ambientali e sociali, il B Impact Assessment, che osserva l’impatto in 5 aree: Governance, Lavoratori, Comunità, Ambiente e Clienti. Le imprese che raggiungono lo score minimo sono sottoposte a verifica tramite un processo di validazione e monitorate costantemente tramite la documentazione di supporto che sono tenute a produrre.

Di 4500 B Corp nel mondo, ben 140 se ne contano solo in Italia. Noi abbiamo scelto tre aziende italiane che hanno ottenuto la certificazione grazie al loro approccio sostenibile, incentrato sul benessere dei dipendenti e dell’ambiente e abbiamo analizzato con s-peek l’andamento del loro business.

Davines Group

Sul versante della creazione di un mondo sempre più sostenibile, si è mosso il Gruppo Davines, azienda italiana con sede a Parma. Fondata nel 1983 dalla famiglia Bollati come laboratorio di ricerca e produzione di prodotti per capelli di alta qualità, oggi il Gruppo è una B Corp internazionale presente in più di 90 Paesi, con filiali a New York, Londra, Parigi, Città del Messico e Hong Kong.

Nel 2016, il Gruppo Davines ha ottenuto la certificazione B Corp con un punteggio di 99, e nel 2020 ha migliorato il proprio score raggiungendo 117,4 punti . Gli obiettivi che ha raggiunto l’azienda riguardano l’impatto positivo sui dipendenti, sul pianeta e sulla comunità in generale. Presso Davines, grande importanza viene data alla crescita professionale dei collaboratori, nonché all’equilibrio tra lavoro e vita privata, garantito da molti privilegi non previsti dalla legge.

Inoltre, nel 2019 il Gruppo ha raggiunto la carbon neutrality riducendo le emissioni di anidride carbonica di tutte le sedi del mondo. Infine, Davines ha dimostrato un grande impegno sul territorio a beneficio della comunità locale attraverso progetti di volontariato aziendale a impatto positivo.

Oltre a degli ottimi risultati di sostenibilità, l’impresa riscontra una situazione finanziaria solida, con un fatturato di 154 milioni di euro e un MORE Score stabile a BBB da parecchi anni, che nemmeno la pandemia è riuscita a scalfire. Malgrado un lieve calo rispetto al 2019, dovuto agli effetti del blocco delle attività con il lockdown, anche nel 2020 l’azienda mostra valori di reddittività elevati e al di sopra della media settoriale.

L’impresa è inoltre riuscita, nonostante un calo del fatturato dell’8,9%, ad aumentare i profitti dell’11,1%, grazie anche a una riduzione dell’indebitamento complessivo, come si evince dagli indicatori di solvibilità che hanno registrato un miglioramento di due classi.

Fratelli Carli

Siamo nel 1911 a Oneglia, in Liguria, quando l’oliveto della famiglia Carli frutta un raccolto eccezionale. Giovanni, uno dei sei figli di Carlo Carli, ha l’idea di offrire l’olio non ai commercianti locali, ma a quelli del vicino Piemonte. È così che inizia una storia che dura, di generazione in generazione, da più di 110 anni, raggiungendo traguardi che solo poche aziende possono vantare. Tant’è che nel 1927, Papa Pio XI concede alla famiglia Carli il titolo di Fornitori Pontifici e nel 1937, Vittorio Emanuele III li proclama Fornitori Ufficiali della Real Casa. Oggi, invece, probabilmente non esiste casa che non conosca l’Olio Carli.

E nel 2014 il Gruppo diventa la prima azienda produttiva italiana certificata B Corp, ottenuta per la loro trasparenza e rispetto di rigorosi standard sociali e ambientali.

Nel 2020, l’azienda ha registrato un fatturato di poco meno di 160 milioni di euro. Negli ultimi anni, nonostante l’impatto negativo della pandemia da Covid-19 su tutti i settori, Fratelli Carli ha registrato un trend di crescita riuscendo a migliorare gradualmente il proprio credit score (raggiungendo la classe BB nel 2020) e diminuendo la propria probabilità di default. Inoltre, nel 2020 ha aumentato il proprio patrimonio netto del 35,2%, con valori di redditività decisamente al di sopra della media settoriale.

Per quanto la solvibilità non risulti ancora sufficiente, l’impresa genera margini operativi in grado di sostenere l’indebitamento finanziario netto, il che significa che nonostante essa ricorra al prestito bancario per finanziare le proprie attività, i margini derivati dalla vendita dei propri prodotti ne giustificano il ricorso.

Organizzare Italia

Un’impresa particolarmente interessante per la sua situazione economico-finanziaria è Organizzare Italia, la prima azienda per l’organizzazione personale in Italia. Questa giovane impresa offre servizi di consulenza per il miglioramento delle proprie capacità organizzative e corsi per Professional Organizer, all’interno del mondo lavorativo e quello scolastico.

Nel 2016, Organizzare Italia diventa una B Corp certificata, con l’obiettivo di ridefinire il concetto di successo nel business.

Dopo un primo anno di difficoltà – che ha reso dubbia la sopravvivenza dell’azienda entro l’esercizio successivo, vista la valutazione pericolosamente vicino al default, CCC - l’impresa è riuscita a migliorare il proprio credit score di ben 6 classi, da CCC ad A, punteggio che ha mantenuto anche nel 2020, portando così la propria probabilità di default dall’11,54% allo 0,21%. I ricavi dalle vendite sono aumentati da 85 mila euro nel 2018 a 122 mila euro nel 2020, dimostrando una notevole capacità di ripresa. Inoltre, l’azienda ad oggi non presenta negatività, e i valori del ROI e del ROE hanno ottenuto rispettivamente una AAA e una AA, indici del fatto che l’attività principale dell’impresa risulta particolarmente redditizia.

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